Giovedì 23
Aprile 2015
Ore 15,00- 15,30
Relatore Dott.
Fabrizio Franchi, Direttore UO Geriatria Piacenza
Alimentazione,
infiammazione e patologie croniche correlate.
La diffusa cultura dell’ageismo ritiene che l’anziano
necessiti semplicemente di meno calorie, trascurando sia l’analisi dei
fabbisogni di nutrienti, fibre, fitochimici, che dei metodi di
conservazione e cottura, della monotonia della dieta, ecc.: tutte condizioni
che mettono la persona anziana, soprattutto fragile, a rischio di malnutrizione. Inoltre, non
sufficientemente indagati sull’impatto nutrizionale, sono i risvolti della comorbilità e
disabilità, del contesto socio economico (povertà, solitudine, ecc), delle
barriere architettoniche (es. ambienti “cucina” e luminosità) e via
discorrendo. Ancora, spesso assistiamo a diete “adattate” restrittive per
patologie (diabete, insufficienza renale, ecc) alquanto impraticabili
nell’anziano - poco appetibili e incomprensibili – che possono precipitare
condizioni a rischio di inadeguata assunzione dei bisogni nutrizionali. Un
adeguato approccio nutrizionale è alla base nella prevenzione/ ritardo di
comparsa di malattie croniche (carenze
croniche di nutrienti), e nel contempo è una ottima strategia complementare
terapeutica. Su queste premesse verrà proposta una analisi delle necessità
nutrizionali dell’anziano e di patologie correlate alla malnutrizione.
Dottor Fabrizio
Franchi
Docente scuola di Specialità di Geriatria Università di
Parma, Consigliere nazionale SIGOT (società italiana geriatria ospedale e
territorio), Coordinatore nazionale gruppo di ricerca “alimentazione
dell’anziano nei vari setting”. Ricopre altri incarichi di dirigenza e
collaborazione in ambito provinciale e nazionale/internazionale, nonché in
attività di volontariato (Confraternita della Misericordia). Dalla metà anni 80
si occupa di aspetti relativi alla
malnutrizione dell’anziano ospedalizzato, in particolare della gestione della
nutrizione artificiale enterale. Autore di numerose pubblicazioni sulla materia
e relatore a convegni nazionali e internazionali. Da alcuni anni si interessa
attivamente ai rapporti del nostro organismo con il microbiota e alla medicina
complementare
Ore 15,30- 16,00
Dott.ssa Sophie Ott:
Pappa
buona e cuore contento: “come mangi” conta come “cosa mangi”
Dott.ssa Sophie Ott:
Medico generico francese, è da più di venti anni nel campo
dello sviluppo del potenziale umano e delle medicine complementari (medicina
cinese, biopsicogenealogia…) Considerato lo smarrimento delle persone
confrontate alla malattia, tiene conferenze, seminari e workshop, per
incrementare la loro autonomia in termini di salute e di potere sulla loro
guarigione.
Da più di dieci anni è relatrice e formatrice internazionale
sul tema della competenza del corpo.
Dal 2012, per sostenere i curanti nella loro professione, ne
è diventata trainer, per riportare umanità e vitalità nella loro professione e
nel loro ambiente di lavoro.
Dal 2014, non potendo rispondere alla sempre crescente
richiesta di sedute individuali, ha deciso di ampliare la sua attività di
formazione mirata ai terapeuti.
L
a dott.ssa Sophie Ott, partendo dalla
fisiologia della digestione, illustrerà perché e quanto è importante lo stato
emozionale al momento di nutrirsi.
Si parlerà poi di cosa motiva una persona anziana a mangiare
o non mangiare, informazioni che potranno aiutare il personale sanitario a
favorire il buon svolgimento di questo momento
Ore 16,00-16,30
Dott.ssa Livia Russo
Cibo
ed emozioni nell’invecchiamento
Nel corso di tutta la nostra vita il cibo assume valenze e
significati che vanno ben oltre il “nutrire
il corpo”, e coinvolgono il mondo emotivo-relazionale di ciascuno di
noi: con il cibo si accudisce, si festeggia, il cibo consola, soddisfa, dà
piacere, ci identifica nella nostra cultura e nelle nostre tradizioni.
Con il passare degli anni tali significati si consolidano ed
in parte si modificano, il cibo diventa “prendersi cura”, “sentirsi sani,
giovani” oppure “sentirsi malati”, diventa
“vivere” e può quindi diventare anche “non vivere”.
Nel prendersi cura dell’anziano ospedalizzato è molto
importante considerare tali aspetti che diventano cruciali in quelle situazioni
in cui il cibo ha un importante ruolo “terapeutico” .
Ci sono poi circostanze in cui il cibo e l’alimentazione
devono assolutamente essere modificati (nell’aspetto e nella consistenza), per
evitare di mettere in pericolo la vita del paziente: il paziente affetto da
disturbi della deglutizione (disfagia) deve attenersi ad indicazioni e restrizioni
ben precise nell’assunzione dei pasti e ciò crea diverse problematiche al
personale di cura, sia nella relazione con il paziente che in quella con i
familiari. Tali problematiche sono spesso da ricondurre al significato
emotivo-relazionale del cibo che coinvolge sia il paziente che il familiare che
se ne prende cura
Livia Russo,
psicologa e psicoterapeuta, lavora come neuropsicologa presso l’Ospedale Privato S. Giacomo di Ponte
dell’Olio dove si occupa della valutazione cognitivo-comportamentale e della
riabilitazione neuropsicologica di
pazienti neurologici (postumi di accidenti vascolari cerebrali o trauma cranico
o patologie neurodegenerative) oltre che di counseling psicologico ai caregiver
e/o agli operatori della Struttura; è inoltre formatore in corsi per operatori
socio-sanitari e caregiver che si occupano di pazienti affetti da demenza.
Ore 16,00-16,30
Dott.ssa Milza
Patrizia
“Il
cibo sano è per tutta la vita” , cosa mettere nel piatto.
Dagli ultimi studi sulla popolazione anziana italiana è
emerso come la crisi economica abbia influito sulle abitudini alimentari ,
portando alla riduzione spesso qualitativa, oltre che quantitativa, dei
nutrienti. L’età biologica e anagrafica a volte non coincidono, i fattori che
influiscono sull’invecchiamento sono tanti, ma
un' alimentazione varia ed appropriata è essenziale per conservare un
buono stato di salute in tutte le età, specialmente in quella avanzata. Con il
trascorrere degli anni nel fisico
avvengono delle modificazioni, quali il rallentamento del metabolismo
basale e la diminuzione della muscolatura scheletrica, che richiedono una
modificazione nell’apporto di nutrienti ed un corretto stile di vita. Negli
anziani inoltre spesso vi è una alterazione del gusto, dell’olfatto, della
percezione del salato e della sete, ecco quindi che porre attenzione alle
diverse esigenze può migliorare la qualità di vita dell’individuo.
Patrizia Milza,
biologa nutrizionista, specialista in Scienza dell’alimentazione e Scienza
e tecnica delle piante officinali, lavora come libera professionista in diversi
studi professionali collaborando con
colleghi medici, osteopati, nell’affrontare
problematiche legate all’alimentazione. Ha insegnato all’interno di
scuole di perfezionamento in fitoterapia ed ha gestito corsi di formazione
professionale per aziende del settore
fitoterapico.
17,00-17,30
Discussione aperta
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