lunedì 30 marzo 2015

Approccio integrato all'alimentazione dell'anziano

Giovedì 23 Aprile 2015



Ore 15,00- 15,30
Relatore Dott. Fabrizio Franchi, Direttore UO Geriatria Piacenza
Alimentazione, infiammazione e patologie croniche correlate.
La diffusa cultura dell’ageismo ritiene che l’anziano necessiti semplicemente di meno calorie, trascurando sia l’analisi  dei  fabbisogni di nutrienti, fibre, fitochimici, che dei metodi di conservazione e cottura, della monotonia della dieta, ecc.: tutte condizioni che mettono la persona anziana, soprattutto fragile,  a rischio di malnutrizione. Inoltre, non sufficientemente indagati sull’impatto nutrizionale,  sono i risvolti della comorbilità e disabilità, del contesto socio economico (povertà, solitudine, ecc), delle barriere architettoniche (es. ambienti “cucina” e luminosità) e via discorrendo. Ancora, spesso assistiamo a diete “adattate” restrittive per patologie (diabete, insufficienza renale, ecc) alquanto impraticabili nell’anziano - poco appetibili e incomprensibili – che possono precipitare condizioni a rischio di inadeguata assunzione dei bisogni nutrizionali. Un adeguato approccio nutrizionale è alla base nella prevenzione/ ritardo di comparsa  di malattie croniche (carenze croniche di nutrienti), e nel contempo è una ottima strategia complementare terapeutica. Su queste premesse verrà proposta una analisi delle necessità nutrizionali dell’anziano e di patologie correlate alla malnutrizione.
Dottor Fabrizio Franchi
Docente scuola di Specialità di Geriatria Università di Parma, Consigliere nazionale SIGOT (società italiana geriatria ospedale e territorio), Coordinatore nazionale gruppo di ricerca “alimentazione dell’anziano nei vari setting”. Ricopre altri incarichi di dirigenza e collaborazione in ambito provinciale e nazionale/internazionale, nonché in attività di volontariato (Confraternita della Misericordia). Dalla metà anni 80 si occupa di aspetti  relativi alla malnutrizione dell’anziano ospedalizzato, in particolare della gestione della nutrizione artificiale enterale. Autore di numerose pubblicazioni sulla materia e relatore a convegni nazionali e internazionali. Da alcuni anni si interessa attivamente ai rapporti del nostro organismo con il microbiota e alla medicina complementare

Ore 15,30- 16,00
Dott.ssa Sophie Ott:
Pappa buona e cuore contento: “come mangi” conta come “cosa mangi”
Dott.ssa Sophie Ott:
Medico generico francese, è da più di venti anni nel campo dello sviluppo del potenziale umano e delle medicine complementari (medicina cinese, biopsicogenealogia…) Considerato lo smarrimento delle persone confrontate alla malattia, tiene conferenze, seminari e workshop, per incrementare la loro autonomia in termini di salute e di potere sulla loro guarigione.
Da più di dieci anni è relatrice e formatrice internazionale sul tema della competenza del corpo.
Dal 2012, per sostenere i curanti nella loro professione, ne è diventata trainer, per riportare umanità e vitalità nella loro professione e nel loro ambiente di lavoro.
Dal 2014, non potendo rispondere alla sempre crescente richiesta di sedute individuali, ha deciso di ampliare la sua attività di formazione mirata ai terapeuti.
La dott.ssa Sophie Ott, partendo dalla fisiologia della digestione, illustrerà perché e quanto è importante lo stato emozionale al momento di nutrirsi.

Si parlerà poi di cosa motiva una persona anziana a mangiare o non mangiare, informazioni che potranno aiutare il personale sanitario a favorire il buon svolgimento di questo momento

Ore 16,00-16,30
Dott.ssa Livia Russo
Cibo ed emozioni nell’invecchiamento
Nel corso di tutta la nostra vita il cibo assume valenze e significati che vanno ben oltre il “nutrire  il corpo”, e coinvolgono il mondo emotivo-relazionale di ciascuno di noi: con il cibo si accudisce, si festeggia, il cibo consola, soddisfa, dà piacere, ci identifica nella nostra cultura e nelle nostre tradizioni.
Con il passare degli anni tali significati si consolidano ed in parte si modificano, il cibo diventa “prendersi cura”, “sentirsi sani, giovani” oppure “sentirsi malati”, diventa  “vivere” e può quindi diventare anche “non vivere”.
Nel prendersi cura dell’anziano ospedalizzato è molto importante considerare tali aspetti che diventano cruciali in quelle situazioni in cui il cibo ha un importante ruolo “terapeutico” .
Ci sono poi circostanze in cui il cibo e l’alimentazione devono assolutamente essere modificati (nell’aspetto e nella consistenza), per evitare di mettere in pericolo la vita del paziente: il paziente affetto da disturbi della deglutizione (disfagia) deve attenersi ad indicazioni e restrizioni ben precise nell’assunzione dei pasti e ciò crea diverse problematiche al personale di cura, sia nella relazione con il paziente che in quella con i familiari. Tali problematiche sono spesso da ricondurre al significato emotivo-relazionale del cibo che coinvolge sia il paziente che il familiare che se ne prende cura
Livia Russo, psicologa e psicoterapeuta, lavora come neuropsicologa  presso l’Ospedale Privato S. Giacomo di Ponte dell’Olio dove si occupa della valutazione cognitivo-comportamentale e della riabilitazione  neuropsicologica di pazienti neurologici (postumi di accidenti vascolari cerebrali o trauma cranico o patologie neurodegenerative) oltre che di counseling psicologico ai caregiver e/o agli operatori della Struttura; è inoltre formatore in corsi per operatori socio-sanitari e caregiver che si occupano di pazienti affetti da demenza.

Ore 16,00-16,30
Dott.ssa Milza Patrizia
“Il cibo sano è per tutta la vita” , cosa mettere nel piatto.
Dagli ultimi studi sulla popolazione anziana italiana è emerso come la crisi economica abbia influito sulle abitudini alimentari , portando alla riduzione spesso qualitativa, oltre che quantitativa, dei nutrienti. L’età biologica e anagrafica a volte non coincidono, i fattori che influiscono sull’invecchiamento sono tanti, ma  un' alimentazione varia ed appropriata è essenziale per conservare un buono stato di salute in tutte le età, specialmente in quella avanzata. Con il trascorrere degli anni nel fisico  avvengono delle modificazioni, quali il rallentamento del metabolismo basale e la diminuzione della muscolatura scheletrica, che richiedono una modificazione nell’apporto di nutrienti ed un corretto stile di vita. Negli anziani inoltre spesso vi è una alterazione del gusto, dell’olfatto, della percezione del salato e della sete, ecco quindi che porre attenzione alle diverse esigenze può migliorare la qualità di vita dell’individuo.
Patrizia Milza, biologa nutrizionista, specialista in Scienza dell’alimentazione e Scienza e tecnica delle piante officinali, lavora come libera professionista in diversi studi professionali  collaborando con colleghi medici, osteopati, nell’affrontare  problematiche legate all’alimentazione. Ha insegnato all’interno di scuole di perfezionamento in fitoterapia ed ha gestito corsi di formazione professionale  per aziende del settore fitoterapico.

17,00-17,30

Discussione aperta

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venerdì 13 marzo 2015

Qualità di vita dell'utente: quali implicazioni per il Management?

Un Workshop in cui si tratteranno approfondimenti mirati relativi le problematiche organizzative concrete vissute quotidianamente da manager attivi manager già attivi nel sistema sociosanitario. 



Programma


09.00- 09.40       L’utente a disposizione della Struttura: un modello da invertire
                           Dott.ssa Irene Bruno

09.40- 10.20       La qualità di vita dell’utente
                           Dott. Antonio Sebastiano

10.20-  11.00      Libertà e Risk Management nei servizi socio sanitari
                           Avv. Luca Degani

11.00- 11.40       Codice etico comportamentale nei servizi socio sanitari
                           Dott.Carlo Gobbi

11.40- 12.00       Tavola Rotonda


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